Una poltrona per 7

mosaico candidatidi Walter Alberio - A 7 giorni dalla presentazione delle liste per le elezioni in Calabria, i candidati che hanno annunciato che correranno per la presidenza della Regione sono 7. Una poltrona per sette, quasi fosse il titolo di un remake della celebre pellicola natalizia di John Landis. Quello delle Regionali, però, è un film dalla trama parecchio confusa.

IL BRACCIO DI FERRO NEL CENTRODESTRA. Sarà Jole Santelli la candidata del centrodestra in Calabria. Con l'annuncio di Forza Italia (e il successivo placet da parte di Lega, FdI e Udc) sembra completarsi il mosaico degli aspiranti governatori. L'accelerata degli azzurri avvenuta nella giornata di giovedì, 15 giorni dopo il vertice di Arcore, sarebbe legata anche alla questione Puglia, dove – secondo gli accordi di coalizione – Fratelli d'Italia ha indicato il candidato presidente, ovvero Raffaele Fitto, trovando però (almeno fino a pochi giorni fa) l'opposizione dei leghisti pugliesi. Secondo fonti parlamentari di centrodestra, per superare l'impasse, Giorgia Meloni avrebbe chiesto a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi la Campania, lasciando la decisione sulla Puglia agli alleati. Da qui la nota di Forza Italia sulla Santelli e sulla "già più volte annunciata candidatura di Stefano Caldoro" in Campania. Ieri, la contromossa di FdI che ha quindi confermato "il proprio sostegno, con convinzione e impegno" alle candidature di Lucia Borgonzoni e di Jole Santelli e, "allo stesso tempo, sempre in base agli accordi assunti - che assegnano a Fdi l'indicazione dei candidati per Puglia e Marche - annunciamo le candidature di Raffaele Fitto per la Puglia e di Francesco Acquaroli per le Marche".
Insomma, anche la Calabria, tra rinvii e lunghi silenzi, è rientrata nel gioco dei rapporti di forza tra i partiti. Alla fine di una "estenuante" settimana, caratterizzata anche dalla visita di Salvini e Meloni nella regione, gli alleati sembrano comunque aver trovato la quadra.

QUELLI CHE HANNO "ROTTO". In Calabria, però, il centrodestra deve fare i conti con Mario Occhiuto. Il sindaco di Cosenza, prima di essere "scartato" per il veto di Salvini e della Lega, rappresentava la prima scelta degli azzurri. In questi giorni, il primo cittadino si è scagliato contro i leader nazionali, rompendo idealmente con il suo partito ("Forza Italia non esiste più") e con la sua (ex) vice Jole Santelli ("Sono stato tradito"). Occhiuto ha annunciato in queste ore che correrà da solo, sostenuto da tre liste: "Jole - ha detto il sindaco di Cosenza - non mi aveva neanche avvisato che avrebbe potuto sostituirsi a me. Anzi, subito dopo la sua designazione mi ha telefonato per dirmi che potevo considerarmi 'libero'. Ora cosa farà? Proporrà ai calabresi il mio programma?".

La situazione del centrosinistra sembra essere speculare a quella degli avversari, con il governatore uscente Mario Oliverio deciso a continuare la sua battaglia contro il suo partito che da ormai diversi mesi gli ha fatto sapere di non volerlo ricandidare. A nulla è valsa la richiesta da parte del presidente della Regione di procedere con le primarie del centrosinistra e, poi, di scegliere un candidato giovane e unitario, accogliendo l'appello di Jasmine Cristallo, referente delle 'Sardine' calabresi. Il Partito Democratico ha fatto la sua scelta: l'imprenditore Pippo Callipo. Decisione non gradita, per usare un eufemismo, da alcuni pezzi del partito in Calabria. Una vicenda poi culminata nel commissariamento delle federazioni dem 'pro Oliverio' di Cosenza e Crotone da parte della segreteria nazionale guidata da Nicola Zingaretti e con un avvertimento: "chi non sostiene Callipo è fuori dal partito".

Oliverio, dunque, sarebbe pronto a scendere nuovamente in campo per tentare il bis alla Regione. A sostenerlo, oltre ad alcuni sindaci e circoli Pd, diversi partiti e movimenti come La Sinistra, +Europa e il Partito Socialista Italiano, di cui Luigi Incarnato è segretario regionale. Proprio Incarnato, che era stato designato da Oliverio coordinatore della sua coalizione di centrosinistra, è stato arrestato giovedì nell'ambito della maxi operazione della Dda di Catanzaro "Rinascita-Scott", con l'accusa di corruzione elettorale. Coinvolto nel blitz un altro 'oliveriano' convinto, l'ex assessore regionale Nicola Adamo, sottoposto al divieto di dimora in Calabria per traffico di influenze. In queste ore, sulla vicenda è intervenuta la deputata Pd e moglie di Adamo, Enza Bruno Bossio, che in un post su facebook ha scritto: "Si usa il potere giudiziario per fare lotta politica e in particolare impedire ad ogni costo la candidatura di Mario Oliverio a presidente delle Regione Calabria". Pronta la risposta dei vertici del Pd che, attraverso il commissario regionale Stefano Graziano e il responsabile nazionale Mezzogiorno Nicola Oddati, si sono dissociati dalle parole della Bruno Bossio: "Ridurre migliaia di ore di lavoro, migliaia di pagine di una inchiesta ad un tentativo di bloccare Oliviero è offensivo" hanno evidenziato Graziano e Oddati. 

IL PD CHE VUOLE ESSERE CIVICO. Lasciarsi alle spalle Oliverio è stato il primo e immediato obiettivo del Pd targato Zingaretti. I dem tuttavia hanno faticato e non poco a trovare il candidato "ideale". Dopo aver incassato il no dell'editore Florindo Rubettino e aver sondato il terreno per l'imprenditore Maurizio Talarico, Zingaretti ha virato su Callipo, definendolo "l'elemento di grande novità politica e di spinta al cambiamento, animatore di movimenti civici".
Sotto il simbolo di 'Io resto in Calabria' e sostenuto da Italia dei Valori, Callipo si era già candidato alla presidenza della Regione nel 2009, sfidando l'allora vincitore della tornata elettorale, Giuseppe Scopelliti, e il candidato del Pd, Agazio Loiero. In quell'occasione, aveva raccolto il 10%.

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CINQUESTELLE DIVISI TRA AIELLO, CALLIPO E GLI ORTODOSSI. Se il Pd è diviso in due, il Movimento Cinque Stelle sembra farsi in tre sulla questione del candidato governatore. Non è un segreto che Callipo piaccia a parte dei parlamentari cinquestelle, come nel caso della reggina Federica Dieni, che ha definito l'imprenditore "un candidato valido" immediatamente dopo l'ufficialità della sua discesa in campo. Nonostante le aperture dello stesso Callipo, l'accordo tra Pd-M5S è definitivamente sfumato: il capo politico Luigi Di Maio, alla fine, è andato dritto sul docente Francesco Aiello. Una candidatura discussa, ma confermata dal risultato del voto sulla piattaforma Rousseau, con il 53,1% delle preferenze. Ad esprimere perplessità - almeno in questa fase iniziale - sul nome del professore non sono solo gli attivisti. A Catanzaro, nel giorno della presentazione di Aiello, diversi erano i parlamentari calabresi assenti. Su tutti, Dalila Nesci, che per settimane si è proposta come candidata cinquestelle, sbattendo contro il regolamento interno dei pentastellati. "Aiello? Callipo? Del Movimento 5 Stelle neanche l'ombra" ha sentenziato la deputata vibonese.

I cinquestelle, che dopo questa tornata potrebbero entrare per la prima volta (come la Lega) nel Consiglio regionale della Calabria, presenteranno una lista propria e un paio di liste civiche a supporto del candidato governatore.

GLI OUTSIDER. A completare il quadro delle candidature ci sono il geologo ed ex capo della Protezione Civile calabrese, Carlo Tansi, con "Tesoro Calabria", e l'imprenditore nel settore turistico ed ex presidente di Confindustria Reggio Calabria, Giuseppe Nucera, con "La Calabria che vogliamo".