Il grido dei lavoratori dell'Hospice: "Tra stipendi non percepiti e false promesse"

reggiocalabria hospicedi Valeria Guarniera - Una settimana fa l'ennesimo appello lanciato, a mezzo stampa, alle Istituzioni: "Non lasciate morire questa realtà". Da quattro mesi senza stipendio i lavoratori dell'Hospice di Reggio Calabria – stanchi e amareggiati - affidano al Dispaccio l'ennesimo sfogo per una situazione che, al di là delle promesse da campagna elettorale, non promette nulla di buono e che richiede interventi reali e urgenti. Sebastiano Nicolò, Antonella Nucera, Pasquale Pellicanò e Carmelo Buda ci mettono la faccia. E il cuore. Parlano a nome di tutti i lavoratori della struttura: 43 tra medici, oss, psicologhe, assistente sociali, fisioterapista, autista, cuochi, personale ausiliario e personale amministrativo. Un luogo in cui la dignità della persona viene messa al primo posto: destinatari delle cure palliative sono i pazienti affetti da una malattia evolutiva irreversibile, nel loro ultimo periodo di vita, quando le cure specifiche non trovano più indicazione o quando i pazienti stessi, consapevoli della loro situazione, lo richiedono. "Ti confronti con la sofferenza delle persone quotidianamente – racconta Carmelo - dalla mamma con due figli che sta per morire, ai ragazzi giovani, sempre di più purtroppo, che si trovano a fare i conti con la malattia. Proviamo a entrare in empatia con loro, a metterci al loro posto per rendere questo percorso più umano possibile". Raccontano dell'emozione di fronte ai messaggi dei familiari che, anche a distanza di tempo, dimostrano la loro gratitudine: "Ci danno la spinta per andare avanti. Il nostro lavoro lo facciamo col cuore, ci mettiamo l'anima". E dell'amarezza quando, a causa delle difficoltà economiche, non possono soddisfare piccoli grandi desideri di fine vita: "Viviamo sempre in condizione di emergenza". Eppure – spiegano – le cure palliative fanno parte del LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza) pertanto sono un diritto che il servizio nazionale dovrebbe garantire: "La legge 38 del 2010 – sottolinea Pasquale - tutela all'art. 1 il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore. Ma come, a queste condizioni, facciamo a garantirlo? Noi abbiamo sempre continuato a lavorare con la massima professionalità – aggiunge Sebastiano - Non abbiamo mai fatto ricadere sul paziente le problematiche che ci troviamo a vivere. Ci sono famiglie monoreddito che da mesi non percepiscono lo stipendio. C'è una certa regolarità nei mancati pagamenti che ci toglie la serenità: con quale animo si può continuare a lavorare quando non riesci a far quadrare nessun tipo di conto e alla tua famiglia non riesci a dare risposte concrete su come pagare l'affitto o il mutuo o una delle tante tasse che inesorabilmente vanno a scadenza"

L'Hospice è parte integrante della rete di assistenza territoriale dell'ASP di Reggio Calabria. L'accreditamento – spiegano - prevede 30 pazienti a domicilio, 10 in degenza e 2 day hospice e un posto di ambulatorio. Una struttura privata senza fini di lucro in cui sono rappresentate tutte le istituzioni, inclusi l' Arcivescovado, l'Ordine dei Medici, i Medici di Medicina generale e la Lega Italiana contro i tumori sezione di Reggio. Gestito dalla fondazione omonima, come soci fondatori ha, al suo interno, le amministrazioni Comunali e Provinciali di Reggio Calabria. "Noi abbiamo invitato più volte le persone che stanno ai vertici a venire a passare una giornata con noi, per toccare con mano l'utilità della struttura. L'unica porta che troviamo sempre aperta è quella del dottor Vincenzo Trapani Lombardo, presidente dallo scorso aprile del Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Via delle Stelle". Per il resto facciamo fatica a trovare degli interlocutori credibili e realmente interessati". Certo, la fase del Commissariamento non ha fatto altro che peggiorare la situazione. L'appello, adesso che è terminata, è rivolto principalmente alla nuova Giunta Comunale: "Abbiamo avuto due incontri con la Commissione Politiche Sociali del Comune: ci hanno ascoltato – spiega Antonella - . Ci hanno detto di non sapere che il Comune fosse tra i soci fondatori. Hanno nominato un componente che presenzi all'interno del cda. Sono stati molto disponibili e hanno chiesto i bilanci e la documentazione per capire se oltre alla mancanza dei fondi erogati dall'Asp c'è qualche altro problema a livello gestionale. In loro, al momento, abbiamo trovato un interlocutore credibile". C'è amarezza e delusione, invece, per quanto riguarda la posizione dell'amministrazione provinciale. "Nel mese di novembre 2014 l'Assessore Provinciale alla Cultura e alla Legalità Eduardo Lamberti Castronuovo, nel corso di un'accorata conferenza stampa, ha lanciato l'operazione verità sull'Hospice, per far luce su tutta una serie di problematiche legate non solo agli stipendi, ma anche alla gestione e promettendo di parlare proprio in quei giorni con il Ministro della Salute Lorenzin. Sono passati tre mesi ... e non ne abbiamo saputo più nulla."